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Tavolo di raccolta firme: dove farlo? – 2 di 3

Abbiamo visto quali documenti servono per aprire un tavolo di raccolta firme in strada. Ora vediamo invece come scegliere la posizione del tavolo in città per sfruttarne al massimo le potenzialità. Ecco qui quattro step da seguire attentamente, passo dopo passo. Se invertirete le tappe, la riuscita non è affatto assicurata.

1. La tradizione non è tutto

Fateci caso: spesso le associazioni, iniziativa dopo iniziativa, tornano con i propri banchetti negli stessi punti della città. Quando si chiede a un volontario perché la raccolta firme avviene proprio lì, la risposta è: “L’abbiamo sempre fatto qui”. Risposta giusta, ma – scusate il giudizio – deludente. La tradizione è diventata tradizione perché in passato ci ha aiutati, ma quante energie ci è costata ogni volta? Una volta consapevoli di quanto siamo stati superficiali a non cercare alternative, passiamo al punto successivo.

2. Guardiamoci intorno

Come per ogni iniziativa che vogliamo portare avanti, la pianificazione è primaria e centrale. Troppo spesso la scelta del luogo in cui aprire il tavolo di raccolta firme è lasciata al caso o, peggio ancora, alle indicazioni degli uffici comunali. In fase di pianificazione, con variazioni a seconda dell’iniziativa in campo e del target a cui puntiamo, dobbiamo cercare le seguenti informazioni: quali eventi sportivi o di spettacolo sono previsti in città nel periodo della nostra raccolta firme? C’è qualche evento culturale in calendario che attirerà persone che potrebbero essere sensibili alla nostra causa? Ci sono feste, mercati o mercatini? Facciamo un calendario di tutto ciò che troviamo, iniziamo a contattare gli organizzatori dei vari eventi e scremiamo il nostro calendario dai “mi spiace, non possiamo ospitare il vostro banchetto”.
Fatto? Allora puoi passare al prossimo punto.

3. I PRIVATI

Se siete arrivati al terzo step significa che avete in mano finalmente un calendario di eventi a cui parteciperete. Il calendario sarà inevitabilmente scarno, ma non preoccupatevi. Purtroppo gli eventi non si tengono quotidianamente, quindi dobbiamo trovare altri luoghi in cui posizionarci nel resto del tempo. Prima di arrendervi ancora alle soluzioni pubbliche, avete pensato ai privati? Siamo tutti così abituati ad accontentarci dei luoghi che ci indica il Comune, che non pensiamo mai a quanti supermercati con parcheggi, centri commerciali, cinema o sagrati delle chiese sono presenti in città. E se chiedessimo anche a loro l’ospitalità per la nostra iniziativa? Fatelo, male che andrà collezionerete una serie di “no”, ma se andrà bene vi sarete guadagnati un’ottima posizione. Non avete nulla da perdere!
Solo quando avrete completato anche questo passo, potrete passare al successivo.

4. la tradizione VI AIUTERà

Ma come? Prima dovevamo abbandonare la tradizione e ora questa ci aiuterà? Proprio così, lo abbiamo detto al’inizio: la tradizione in fin dei conti ci ha aiutati in passato. Direte: “Ma sei scemo? Prima non andava bene e ora sì?”. Già, perché non so se ve ne siete accorti ma arrivati al quarto punto di questo elenco – e avendolo seguito passo dopo passo – qualcosa è effettivamente cambiato. Se all’inizio non provavate nemmeno a cercare alternative, ora le avete addirittura trovate. E in mezzo alle tante o poche alternative che avete in programma, c’è sempre spazio anche per i luoghi di raccolta firme tradizionali.

In conclusione

Quello che dobbiamo fare è esplorare il possibile di ogni città. Ma non solo: dobbiamo esplorare anche le potenzialità dello sfidare le nostre convinzioni, per poi magari tornarci e consolidarle, l’importante è sempre metterle alla prova. Siate creativi, siete sempre in tempo a tornare sui vostri passi!

E tu che ne pensi? Non sei d’accordo o hai altri suggerimenti? Scrivimelo nei commenti qui sotto.

Autore: Matteo Mainardi